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s-radicata performance

5 Novembre 2019

S-radicata di Erica Gornati e Manuela Maroli

Il bianco e il nero oltre ad essere i poli opposti dell’essere, rappresentano la bicromia su cui si gioca la conservazione del pensiero e delle azioni umane.
La storia dell’uomo ha avuto inizio nel momento in cui esso ha deciso di lasciare traccia scritta della propria esistenza e del proprio passaggio temporale e dalla diffusione della stampa in poi, il bianco e il nero, simboleggiano il supporto cartaceo e i segni inchiostrati entro cui ogni atto, evento e accadimento civile è trascritto e lasciato come testimonianza futura.
Si può quindi affermare che tali parentesi cromatiche, bianco e nero, sono associate alla libera circolazione delle idee, alla libertà del pensiero umano, al libero dinamismo dell’atto creativo, all’infinita combinazione di segni, suoni, parole che compongono le radici del sapere.
L’azione performativa di Erica Gornati e Manuela Maroli S-radicata desidera rivendicare la libertà del pensiero e della creatività
artistica.
La rivendicazione della libertà creativa dell’artista è un processo che si è costituito gradatamente attraverso i secoli dove ogni tassello di dignità a tale figura ha avuto modo di radicarsinel pensiero comune; e sebbene oggi, sempre più spesso, gli artisti si trovano spiazzati da un mercato altalenante e capriccioso che talvolta esalta l’arte figurativa e a volte l’arte concettuale, certamente ciascuno può affermare lo stile che preferisce, dedicarsi alla tecnica che desidera e nessuno può arrogarsi il diritto di censurare o sradicare la dignità e la libertà creativa ad un artista.
Le tessere colorate seminascoste tra la terra ricordano il mosaico e l’artista e mosaicista Susanna Viale, esclusa dalla manifestazione a due giorni dall’inaugurazione, poiché la sua arte reputata poco accattivante è oggi omaggiata dall’azione performative delle artiste.

A cura di Angelica Polverini

Le artiste

Erica Gornati, dopo aver concluso il suo ciclo di studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, si esprime tramite l’arte dell’illustrazione e della Performance, cercando di rielaborare tematiche a lei care e dare una nuova prospettiva allo spettatore.
La sua ricerca artistica è sempre tesa a temi sociali, cercando allo stesso tempo di comprendere cosa si cela dietro la mente umana.
Le sue tesi di laurea, la prima incentrata sull’arteterapia e la seconda sul tema della donna in fase tumorale, l’hanno portata a capire la profondità della relazione che lega le tecniche e i materiali artistici alle potenzialità della mente e della psiche, ormai sempre più usate a supporto di cura per patologie mediche o traumi.
Dal 2018 porta avanti un progetto chiamato INDIIE LAB, un laboratorio libero, indipendente e creativo dove il motto è:
“Bisogna sempre avere le mani in pasta”.

Manuela Maroli è un’artista interdisciplinare, attiva nel campo della body art dal 1999. Con il suo lavoro esplora linguaggi poetici e visivi attraverso il corpo, suo principale mezzo di ricerca espressiva; lavora nel campo della performance art, della poesia d’azione e della body art estrema. Nel 2014 ha fondato il collettivo artistico Svergin_Arte, volto a creare nuove realtà di aggregazione / espressione artistica e nuovi orizzonti artistici / poetici. Dal 2015 è membro co-fondatore del collettivo artistico internazionale The Other Society. Ha partecipato alla Biennale Shingle22J, a cura di Ugo Magnanti e alla Biennale BIBART, a cura di Miguel Gomez. Ha collaborato con numerosi artisti, in particolare con Ilaria Palomba, Rahman Hak – Hagir, Juan Carlos Villalba, Miguel Gomez, Alex Sala, Monia Ferioli, Francesca Amadeo e altri. È la fondatrice della piattaforma internazionale “I support performance art” e di “Spazio Performance”.

Susanna Viale è un’artista eclettica e internazionale. La sua formazione artistica affonda le radici nella Torino degli anni ’70
e si è mutata attraverso i decenni arricchendosi delle esperienze di viaggio in tutti i continenti. Ha studiato all’Accademia Albertina e si è in seguito laureata in Scienze politiche e sociali lavorando come sociologa. In qualità di artista ha esposto le sue opere in Italia, Francia, Austria, Germania, Svizzera, Finlandia, Bulgaria, Turchia, Regno Unito, Argentina, Colombia, Cuba, Cile, Uruguay, Brasile, Bolivia, Perù, Marocco, Egitto, Canada e Stati Uniti, portando ovunque la sua carica energetica di espressività e cromatismo. La sua motilità è sinonimo della sua feconda operosità e della sua conoscenza di diverse tecniche artistiche che adopera in contesti diversi che è inoltre, espressione della sua conoscenza del mondo esoterico e psicologico. E’ stata cofondatrice dell’AIAP ed è cofondatrice del movimento internazionale dei Pachamuralisti attivi in tutto il Sudamerica.
La sua Casa dei Sette Colori, casa-museo sulle colline torinesi,interamente decorata a mosaici sia nell’interno che nell’esterno è un caleidoscopio del suo vivace mondo colorato, attraverso narrazioni e allegorie, tra le più originali attrazioni della provincia torinese. Ospita continuamente artisti internazionali con cui lei crea sinergie e collaborazioni. Vive tra Torino e il Brasile.

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