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Tropical Mysticism di Pietro Franesi

Tropical Mysticism

Esposizione Personale ed Evento

21 novembre 2014

curato da Pietro Franesi

 

 

Curatela
“MISTICISMO TROPICALE”
Artista: Susanna Viale

 

Il misticismo e le pratiche religiose popolari sono da sempre considerate come fenomeni non razionali e quindi folcloristici.

Perchè?
La visione del mondo sviluppatasi nella nostra cultura fino ad oggi e che ha fatto da cornice a quella nota come la “scienza classica”, fu formulata nelle sue linee essenziali intorno al ‘500; a partire da questo periodo infatti si sviluppò una visione del mondo che sarebbe sfociata in una vera e propria “rivoluzione scientifica”, rivoluzione fondata su una descrizione matematica della natura e avente come obiettivo principale la predizione e il controllo, oltre che il dominio su di essa.

Da Cartesio fino a Newton, nella religione, nella politica, nell’economia questa era la regola da seguire.

Poi arrivo Albert Einstein, il quale, con la teoria della relatività ristretta, mise in luce che lo spazio e il tempo non fossero affatto entità assolute. Poi è arrivata la fisica quantistica, che nonostante circondi la nostra vita, dai computer, ai telefonini, non è ancora insegnata nelle scuole, che ci dimostra che La grossa rivoluzione da essa apportata rispetto alla scienza classica, è stata rivelare il ruolo cruciale della coscienza. Ho voluto partire dagli sviluppi della scienza per arrivare al tema che affronta Susanna Viale con le sue opere mistiche.
Se la coscienza umana è il generatore del processo di osservazione il misticismo da fatto folcloristico diventa per l’appunto ” un corretto punto di vista”.
Del resto la rivoluzione che sta avvenendo nella scienza e nella cultura è il prodotto della fine di un’epoca storica.
Quella della cultura materiale che ha dominato il pianeta fino a ieri.
Tutto ciò che proveniva dall’oriente era considerato non pertinente.
Invece l’ottica filosofica promossa dalla fisica moderna, ed oggi sempre più approfondita e comunicata dagli stessi fisici (si vedano, a titolo di esempio, i lavori di F.Coppola e di F.Capra), ha molto a che fare con quella della tradizione orientale, come quella descritta dai testi
Scriveva I CHING Dopo un tempo di declino viene il punto di svolta.
La luce intensa che era stata scacciata ritorna.
C’è movimento, ma non è determinato per violenza…Il movimento è naturale, sorge spontaneamente. Perciò la trasformazione di ciò che è invecchiato diventa facile. Il vecchio viene rifiutato e ad esso subentra il nuovo. Entrambe le misure sono in accordo con il tempo;
perciò non ne risulta alcun danno.
Le opere di susanna viale ci costringono ad una riflessione.
Possiamo trovare nei riti tradizionali, nelle credenze popolari un “corretto punto di vista”?
La risposta spetta a tutti noi.
Lei ha studiato e vissuto sul campo.
E’ un’artista che ama conoscere il non conosciuto.
Trasforma questa sua ricerca in arte.
L’uso dei simboli, dei colori rispetta quelle culture, perfino la raffigurazione scenica va oltre la concezione occidentale della prospettiva, i suoi soggetti sono figli di una meditazione spirituale e bandiscono regole estetiche tradizionali.
Per queste ragioni, pur non essendo latino-americana, è considerata ed invitata dalle più importanti istituzioni per realizzare murales in ogni parte Cosa c’è al centro delle sue opere?
Il senso e importanza del ruolo dell’essere umano e quindi della soggettività in tutti i campi, del sapere e della vita, oltre che del rispetto e del senso dell’ecologia.
L’uomo e la natura tornano ad abbracciarsi.
Il consumo della terra, dell’aria, dell’energia, dell’acqua è il nemico da abbattere, insieme alla sua sovrastruttura: il profitto di pochi e la maledizione per tanti.
Un’artista colta che ha trasformato un linguaggio artistico popolare in un linguaggio universale.
Ad artisti come Susanna va detto grazie, continua a farci riflettere come fino ad allora furono considerate, ma che dipendessero da un sistema di riferimento attraverso il quale le si esperisce.

Umana nel processo di osservazione, per cui non ha più senso parlare di “verità” assolute, quanto piuttosto di “corretti punti di vista” rispetto al sistema di riferimento in cui ci si pone:

  • sapienziali cinesi (come l’ I Ching) o indiani (come i Veda).
  • del continente latino-americano.

Pietro Franesi
Direttore delle Biennali di New York e Dubai