Il Bagatto | |
olio su tela 100 x 150 |
Una bestia, un cane gli azzanna una gamba da tergo e sembra spingerlo verso l’orlo di un precipizio o verso le fauci di un coccodrillo. Il cane è il naf, l’io materiale, la passione, che spinge di nuovo l’anima nell’abisso carnale del mondo. Il fagotto è la quantità limitata di saggezza che l’uomo porta con sé a seconda del proprio karma. Il matto ha abiti laceri e le terga seminude, povero come il figliol prodigo. L’abito è variopinto perché il mondo dei sensi è multicolore e il bastone non lo appoggia e non lo aiuta anzi lo intralcia aumentando il rischio del suo vagare. Questo arcano dà il senso del vuoto. Il matto non ha nulla che lo renda credibile. L’anima è erratica, ora, pronta a un nuovo viaggio e a una nuova incarnazione. Il fool è in contatto con il lato istintuale della vita: ecco perché è minacciato da un cane. Il matto è mezzo diavolo e mezzo saggio e lo si vede dal volto subumano È in uno stato che può prendere qualsiasi volto, proprio come il jolly. Del resto il matto è il deviante, colui che però può permettersi di dire tutta la verità, persino al re come i giullari della corte di tanto tempo fa. L’attraversamento della fase di follia è un passo inevitabile in molte tappe iniziatiche e nella cultura sciamanica. Il matto ha come numero lo zero. Lo zero è anche circolare e con un punto al centro è anche il simbolo del sole. Il cerchio simboleggia anche l’Eden, cioè lo stato di incoscienza e innocenza nell’immersione della natura. L’ego è al centro della coscienza. Il matto sembra eseguire una danza circolare. Perché la verità va cercata in noi e non fuori da noi. Il matto non appartiene a se stesso, vaga nella sua follia arrogante, intralciato dal suo stesso bastone. Mentre da un randello grossolano pende una bisaccia in cui contiene tutte le sue bizzarrie. È un procedere senza senso e senza obbiettivi. Ma il buon senso potrà essere recuperato come suggerisce il tulipano che non è ancora morto ai suoi piedi. Peraltro il matto possiede ancora una preziosa cintura d’oro che contrasta con il suo abbigliamento. Cintura che dovrebbe essere fatta dalle 12 piastre dello zodiaco. Del resto mostra le vergogne perché non ha nulla da perdere: egli è la verità. Se il matto è lo spirito, egli si manifesterà nuovamente nel bagatto in un nuovo, successivo, ciclo. Le scarpe sono rosse per indicare l’energia che muove in altre mete che restano però oscure. Il copricapo è simile a quello dei buffoni di corte. Il matto è chi non ha più la terra sotto i piedi, né il cielo sopra la testa. È l’autentico povero di spirito. Lo scopo dei misteri è stato rendere facile questa transizione di rinuncia alla materia cioè morire per rinascere in un mondo nuovo. È il jolly delle carte moderne. L’archetipo per Jung del vagabondo o autostoppista in Nichols. È il self non ancora incarnato nell’ego (Jung). È l’anima disincarnata. È il mercurio dei saggi. Sa rischiare, mettere tutto in gioco. Il matto non ha verde nei suoi vestiti perché non è impiantato in questo mondo. Il matto si prende gioco di noi, agisce alle nostre spalle e ci fa ridere come i giullari, gode della natura e farà riti magici nel bagatto che è hermes, thoth, il mago. Il matto è lo zero, il buffone, non conta nulla, con l’intelligenza del giallo e la spiritualità blu mescolati. Si appoggia a un bastone come l’eremita ma gira le spalle al mondo per seguire un cammino personale. Ha compreso i segreti della vita ma procede in solitudine per fare una sintesi. Un cane non lo distrae, ha poco bagaglio perché non ha bisogno di nulla, è libero. Gli uomini lo considerano pazzo perché non lo possono comprendere. |