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È un’arte “eclettica”, quella di Susanna Viale, laddove l’eclettismo assume il suo significato più genuino, cioè il sapersi appropriare dei mezzi espressivi e delle varie tematiche fornite dalla propria cultura per tessere un originale linguaggio con cui manifestare il personale mondo interiore.
Artista colta, dunque, Susanna Viale inizia il proprio itinerario figurativo visualizzando concetti della sua interiorità attraverso i metodi geometristi, con una scomposizione dimensionale cubica, a volte con accostamenti alla realtà corporea umana che ne accrescono il senso simbolico.
È proprio nella potente funzione simbolica che si evolve la tematica della sua opera dopo il ’94, periodo in cui il suo stile ha una svolta che si può definire espressionista, nel suo comporre la figura lasciando che i flutti del puro colore la modellino secondo i moti interiori che in essa si esprimono, ma qui abbiamo un palesare non solo l’emotività, ma una precisa percezione etica della realtà sociale che viene presentata attraverso spunti che sintetizzano in un ‘immagine una intera condizione umana (la possente istintualità dei Malesiani, la sofferenza della donne nei moti della Storia, gli odii politici degli uomini, l’abbandono dei profughi ) fino ad arrivare alla essenzializzazione di momenti fondamentali della vita come l’adolescenza (dipinta con stile divisionista,con uno squarcio nel corpo della protagonista, forse uno degli squarci inevitabili lasciati dalla crescita nel nostro animo), la femminilità e la coppia, vista in prospettiva metafisica, a volte con plesticismo surrealista.
Fra il ’95 e il ’97 l’artista sceglie l’astrattismo e il collage per esprimere con forte chiarezza semantica la forazione del “contemporaneo” visto nei suoi elementi materiali e tecnologici più rappresentativi, per poi tornare alla raffigurazione “fauvista”delle culture e degli ambienti extraeuropei e al simbolismo quasi metafisico per visualizzare concetti morali.
Un viaggio attraverso la ricchezza espressiva delle grandi tradizioni artistiche del nostro tempo, quello che ci propone Susanna Viale, dove ritroviamo, interiorizzante e interpretate, le visioni del mondo esterno comune a tutti, in un’ arte che è capace di focalizzarsi sugli elementi più caratteristici della nostra attualità, dalla disperazione concentrata nello sguardo smarrito di un bambino senza infanzia alla visione ingrandita di congegni telematici che stanno cambiando (in bene o in male?) il nostro modo di vivere, il tutto in una evoluzione continua di cui solo il futuro potrà mostrare le definitive potenzialità.
Credo che queste poche righe deliniino molto bene il suo profilo a cui credo non si possa aggiungere niente di più se non quello di un invito ad andare a visitare il suo sito e ammirarne i lavori.