Susanna Viale è una pittrice… che anziché usare la macchina fotografica come qualsiasi viaggiatrice in luoghi esotici lavora di pennello. Si avverte, in effetti, nel suo comporre un certo amore per Gauguin ed una cultura fauve ed espressionista.
Susanna Viale è artista cosciente che ogni composizione, nata nel suo atelier, è funzionale alla propria trasformazione di coscienza interiore. Pittrice non solo di immagini umane, ma anche di situazioni sociali, antropologiche ed etnologiche, porge in ogni tela una sorta di flusso vitale, ammonimenti, riflessioni.
Ogni suo racconto ha un proprio taglio, uno stile espressionista, che guarda agli artisti del “Cavaliere azzurro”. Pare che questa ricerca affondi le proprie radici in un certo realismo esistenziale, dove la figura umana vive in una acerba solitudine (v.”In cerca di speranza” o “Raggio verde”).
Sono lavori riverbanti di un colore caldo (v. “Mercato in Burkina Faso”), di corpi unani in cui il colore rosso ha spesso una propria valenza e preponderanza.
Susanna Viale segue i termini di un realismo che enuncia coincidenze di situazioni inquietanti, sia sul piano sociale che umano.
È una pittura di suggestioni, di preoccupanti atmosfere, di presenze che escono improvvise da una specie di stato di fantomaticità (v. “Lama Tibetano”).
Sono lavori dove la scena si raccoglie in un’intensità di apparizioni (v. “Dimensioni di vita”) o di presenze ricche di disperata energia (v. “In viaggio”), episodi vissuti dall’artista, riproposti con coraggio e con dedizione assoluta.
Susanna Viale ricostruisce nell’immagine il tessuto di una realtà lacerata da mille ingiustizie, evocata e non gridata. Violenze diventate condizioni normali per l’uomo.