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Articoli del 2003

Corriere dell’Arte – 18 gennaio 2003 “Piemonte Artistico e Culturale” Emozioni ed immagini (Laura Carrara)

Artein – febbraio-marzo 2003 Susanna Viale

La Nuova – 13 marzo 2003 “Le Ali nell’arte” sono rosa (Gianfranco D’Angelo)


Quadri che non lasciano indifferenti
Susanna Viale è venuta ad abitare a Pino, da Torino, dopo la nascita di suo figlio Federico, nella casa che era dei suoi nonni e non tornerebbe più a stare nella grande città, senza il contatto con la bellezza del paesaggio che la circonda e delle stagioni che cambiano. “A Pino”, dice “ci si sente sempre in vacanza”. Susanna è una giovane donna piena di interessi e di vitalità. Per sapere qualcosa di lei non servono domande, è lei che vuole trasmettere il suo modo di vedere le cose con partecipazione ed entusiasmo. “Questa gioia di vivere” dice il suo maestro Sergio Albano “ce la comunica anche con la sua stessa persona, con il suo sorriso, la semplicità e la schiettezza del suo modo di fare”. Dai quadri di Susanna emergono, con forza, due aspetti: i contenuti ed i colori. I soggetti scelti evidenziano la sensibilità per il sociale e la solidarietà, che già sono presenti nelle scelte scolastiche, sia universitarie (tesi sul volontariato alla facoltà di Scienze Politiche, indirizzo sociale con il prof. Barbano), sia precedenti (Diploma di Infermiera Professionale e Assistente Sanitaria). Il diploma le serve per rendersi indipendente giovanissima e pagarsi gli studi. Osservando i quadri realizzati negli ultimi anni, emerge chiaramente l’interesse di Susanna per le culture tradizionali ed etniche, per i legami tra gli individui e la loro “terra”, intesa come insieme di realtà fisica e tradizioni ancestrali. Un interesse che si basa sulla consapevolezza che ogni popolo deve salvaguardare la propria identità culturale e religiosa, che proprio la diversità è fonte di ricchezza. Temi sicuramente attuali che portano a parlare di convivenza, solidarietà e globalizzazione. La scelta di capire e valorizzare queste realtà traspare, oltre che dai quadri, anche dai moltissimi viaggi (“male di famiglia”), dalle fotografie e dagli oggetti etnici, portati spesso in Italia con fatica, che affollano gli angoli della sua casa. Di viaggi Susanna ne ha fatti tantissimi, sempre cercando di mettersi in contatto con la vita più cruda e le sofferenze soprattutto di donne e bambini; viaggi in India, Birmania, Thailandia, Cina, Nepal, Africa del Nord, Egitto, Siria, Giordania, Israele, Americhe. Da queste esperienze riporta sempre tantissime fotografie che, a volte, utilizza anche per creare i suoi quadri. Una serie di questi sono ispirati alla realtà del Burkina Faso visto attraverso le fotografie dei “Fratelli Cristiani della Sacra Famiglia”, missionari in quei luoghi. Questa estate la meta sarà l’India e ci andrà con il suo maestro di yoga. Tralascio gli altri suoi interessi che spaziano dalla medicina non convenzionale, al cinema, al ballo, alla new-age, tralascio il fatto che lavora part-time come funzionario in Regione, tralascio tutto il resto, perché altrimenti mi deprimo: io non riesco a fare assolutamente nulla, al di fuori di un frustrante tran-tran. E allora cerco di addentrarmi nella sua pittura. “I miei quadri” dice Susanna “non devono lasciare indifferenti, nel bene o nel male. Devono suscitare emozioni, colpire l’inconscio”. Per lei dipingere è liberatorio, davanti alla tela bianca lascia venire fuori il suo vissuto, partendo da un’idea che le piace realizza il dipinto. Non fa alcun disegno o bozzetto, non pensa, crea il quadro, accompagnata dalla musica in una sorta di meditazione. “Non c’è niente di premeditato, la creazione è istintiva e immediata”. Un quadro nasce e termina nel giro di pochi giorni, la sua è una pittura “veloce”, fatta di grandi pennellate e colori primari; quando è all’opera non sente nient’altro che se stessa e il suo bisogno di esprimersi. Si sporca e sporca ovunque. Susanna ha sempre disegnato e dipinto, fin dalle elementari. Ha frequentato il liceo artistico ed ora è iscritta all’Accademia di Belle Arti. All’inizio la sua è una pittura surreale e astratta, ma dal ’94, dopo l’incontro con Sergio Albano, cambia gradualmente modo di dipingere. Dai colori tenui e senza contrasti, passa ai colori forti con grande impatto visivo. Determinante è l’incontro con questo maestro che, afferma Susanna, “mi ha permesso di scacciare le mie paure e di abbattere le difese interiori, le quali non mi permettevano di fare emergere i colori forti e le pennellate libere ed energiche, che facevano parte del mio intimo a livello inconscio”. Come i pittori Fauves (belve) esprime immediatamente sulla tela i moti dell’anima, senza ubbidire a nessun canone artistico, usa colori forti e contrastanti e come gli espressionisti segna i volti e le figure con tratti violenti per segnalare le tempeste dell’anima, per descrivere il peso del lavoro, la fuga dalle guerre, l’abbandono dei bambini. Il ritratto del Lama Tibetano è ricco di intensità, è un volto che fa emergere un’interiorità sofferta e partecipata. I quadri “In viaggio” e “Scuola in Burkina Faso” trasmettono, con forti tratti e colori, una rassegnazione e una stanchezza infinite il primo e un’intensità di impegno, una fatica il secondo. Susanna Viale ha esposto le suo opere, oltre che a Pino, Chieri, Torino anche a Parigi, New York, Monte Carlo, Firenze, Parma, Venezia, Iesolo.
L’Agorà la piazzetta Anno 2 n°3 (Costanza Reviglio)